mercoledì 23 gennaio 2008

Le case dei filosofi (dei poeti, dei musicisti, dei pittori...)

Bene, cari amici. Una volta conosciuto tutto (o quasi) di famiglia, amori, delusioni, malattie, euforie, depressioni, mamme e contesti politici, non è opportuno e necessario passare ai contenuti? E quindi ragionare sui concetti, gustare i versi, farsi afferrare dalla musica, immergersi nelle forme di un dipinto?

Invece di rimanere sempre nell’anticamera biografica, perché non entrare negli splendidi palazzi della creazione, del sapere e della bellezza?

3 commenti:

alberto.spatola ha detto...

Su questo non posso essere che d'accordo. Ad es. Voler capire Verga , senza dare un'occhiata alla Sicilia di fine 800 mi sembra temerario. Ma unire la comprensione del testo a quella del contesto , non può che essere proficuo. Studiare le opere e sbirciare la vita dell'Autore, acuisce la comprensione dello stesso.

Francesco Vitale ha detto...

...Ottima idea, mi pare prioritario andare ai contenuti, che sono gli unici a travalicare il tempo.
Tutto il resto è superfluo. Spesso il valutare le varie vicende di vita e i contesti storici è azzardato. Parliamo di tempi ormai molto lontani, e il solo immaginarli (umanamente parlando) è per noi quasi impossibile. Figuriamoci il giudicarli o valutarli.
Come può l'uomo figlio o parente della Tv, di internet e del traffico inquinante, figurarsi nei panni di un bizzarro "filo-poeta" che vive nel paterno ostello, che ammira le sconfinate campagne "finchè non more il giorno", e sente "il maggio odoroso", e si incanta "all' opre femminili" di Silvia? Si rischia facilmente di entrare nelle telenovelas: con tutto il rispetto per chi la pensa diversamente, o per chi fa questo per suo (strano) lavoro.
Resta solo il maggio odoroso, e la tenerella che perì in quello. Qui non è storia, ma solo umanità, impagabilmente proiettata nell'oltre. Non ha importanza se vera o inventata, nè se Silvia era Nerina, o la figlia del cocchiere o di chissà chi altro.
Interessante anche cercare di intuire come ha fatto Leo a concepire gli insetti e i ragni del prato che si divorano per la sopravvivenza, anticipando filosoficamente il sistema di idee tipico della più moderna ecologia. Un uomo che sa incantarsi e disincantarsi continuamente al cospetto dell'eterna lotta tra vita e morte: è davvero singolare, certamente non monolitico.

armando caccamo ha detto...

come non essere d'accordo.....ok....ci siamo intesi, è stato tutto un equivoco....strana cosa è la comunicazione! e si potrebbe riprendere l'argomento "fatti e interpretazioni"....sopratutto dopo quello che ha affermato Gianni ieri( a meno di aver capito male): che solo i fatti (nel loro obiettivo esserci)possono essere alla portata della nostra conoscenza e che un mondo fatto di interpretazioni è una "moda" di certa filosofia contemporanea.