sabato 9 febbraio 2008

Pare normale, ma non lo è...



Sull’ultimo numero di “Mente e cervello” compare un lungo articolo sul cosiddetto paranormale. Più che una indagine rigorosa, secondo me vuole essere un breve e sintetico resumè di cose note e meno note sulla fenomenologia di massa legata all’interesse sul paranormale. Della serie: “Possiamo crederci?…..Uuuhmm !!!”. A me pare inutile stare a contestare o ad acclamare in modo tifosesco le une o le altre opinioni o visioni sull’argomento. Insisto sul fatto che non vi può essere una rigorosa indagine ufficiale su questi fenomeni, che possa esulare un soggetto curioso a sperimentare da sé. E’ come le prove su strada di Quattroruote. Se ti dicono che una nuova automobile fa 25 Km con un litro, puoi crederci o meno, puoi credere o meno a chi l’ha comprata. Ma devi sempre provarla per vedere se è vero. E’ un vicolo cieco, non si esce. Come sperimentatore di queste magagne assurde, e come componente di una scuola di pensiero e di vita che fa questo di mestiere, cioè “smanettare col cosiddetto paranormale”, avrei tante cose da racontare, ma in generale non mi piace parlare con gli scettici, cioè quelli che pensano e agiscono per partito preso (come gli autori dell’articolo). Preferisco confrontarmi con i pensatori liberi, pronti a scoprire l’assurdo. Perché l’assurdo, il misterioso, è per me il sale della vita. Nell’articolo si accenna tra le altre cose ad un americano che ha messo in palio un milione di “dollari” da confeire a chi riesca a dimostrare pubblicamente qualcosa di paranormale. Ma vi “pare normale”? Secondo voi, se qualcosa di paranormale fosse dimostrabile “scientificamente”, che paranormale sarebbe? Diventerebbe normale, sarebbe un paradosso, una ridondanza. Il paranormale, o meglio l’ultranormale, se esiste, è indimostrabile per principio, perché se è descrivibile attraverso qualsiasi cosa già conosciuta, è allora normale come le cose che sono servite a descriverlo. Esiste solo qualcosa che non si è ancora compresa, ma per comprenderla bisogna fare dei salti di logica, uscire dagli schemi, aspettarsi di tutto, sconfiggere le paure. Allora si comincia a vedere. Cosa? …Perché non provi da te?! Quando si osserva un fenomeno che consideriamo paranormale, le persone sono portate all’inizio a ridurlo attraverso la comune razionalità. E’ come l’italiano, che ovunque vada, anche in Nepal, pretende di mangiare il piattazzo di spaghetti. Bene, che se lo mangi. Io preferisco mangiare quello che trovo; a volte può far senso, ma il nuovo si comporta stranamente così. E’ una porta blindata che non ha chiavi, e nemmeno serrature. La devi sfondare, se hai il coraggio e l’astuzia, e la perseveranza. Ma se l’apri, e provi ad entrare, la porta ti si chiude alle spalle. Così gli altri non potranno entrare e curiosare, a meno che non riescano a forzarla come hai fatto tu. Cosa è normale, e cosa non lo è? E interessante rispondere a questa domanda. Magari si scopre che il normale è noia, e il consueto è paranoia. L’ultranormale invece è divertente, poiché vuol dire che ancora abbiamo tanto da scoprire. Significa che la nostra mente consueta ha solo “preteso” di vederci chiaro. Leopardi ad esempio, non è normale. E nemmeno era normale ciò che ha visto Emily Dickynson (altro articolo nella rivista), vivendo tutta la vita dentro una camera. Dalla quale però poteva ammirare l’Universo intero. A volte la Mente ed il Cervello fanno a pugni col Cuore e l’Immaginazione. Ma è solo perché siamo parziali ed incompleti. Lo sappiamo che un Dio non tanto amico, mentre dormivamo, ci ha portato via una costola, ci ha spezzati in due. E poi con un bel calcio nel sedere, ci ha cacciati da un Paradiso artificiale nel quale aveva tentato di imprigionarci, un luogo dove ci aveva proibito di nutrirci di conoscenza, e di scoprire il segreto della vita, forse non solo di quella biologica… Ciao Giacomo, ciao Emily, ciao Federico. Vi ringrazio; vi vorrò sempre bene. Mi basta quel che avete raccontato, perché non abbisogna di dimostrazioni. Voi non vincerete mai un premio da un milione di dollari. Ma avete già vinto ben altro, avendo varcato la misteriosa porta a testa alta.