domenica 15 marzo 2009

Il kamikaze è autentico?

Cari praticanti FilosofiIl romanzo di Tolstoj ci ha coinvolto in riflessioni importanti sul senso della vita e della morte. Fortunato IVAN IL'IC: grazie ad una stupida malattia che, invece, ai nostri giorni la medicina avrebbe irrimediabilmente guarito, ha potuto comodamente accorgersi della falsità della sua vita ed intravedere la luce della verità, sia pure in zona Cesarini. Ma allora si moriva anche per un mal di denti. Purtroppo, con i progressi della scienza che allunga sempre di più la vita e ed allontana la malattia e la morte, certe illuminanti agonie saranno sempre più rare e conseguire l'illuminazione sarà sempre più complicato. Ma noi cenacolanti non abbiamo bisogno di dolori e sventure per filosofare perchè ci lasciamo ispirare anche dalla gioia, dall'arte e dalla contemplazione del bello. E' stato davvero interessante riflettere sul rischio dell'inautenticità che incombe sulle nostre precarie esistenze, talmente interessante che abbiamo deciso di dedicare all'argomento la prossima cenetta. E' un esperimento nuovo, non porteremo un libro da commentare ma le nostre riflessioni sul tema dell'autenticità, al limite supportate dalla lettura di poche righe di un testo che ci ha ispirato. Intanto, sul nostro Blog possiamo trarre utili spunti dai contributi di alcuni di noi. In particolare mi sembrerebbe utile - senza voler nulla togliere agli altri - partire dal contributo di Alberto Spatola: "Il brillante e lo zircone" sulle maschere che indossiamo nelle relazioni con gli altri, sui giudizi di valore che condizionano anche il nostro sentirci più o meno autentici. E' importante delineare bene le coordinate del problema dato che martedì scorso ad un certo punto, impostando il discorso secondo certi presupposti, è venuto fuori che anche il ladro se ruba bene, il mafioso che rispetta il codice mafioso di cui è impregnato sin nelle budella, il Kamikaze se sa farsi esplodere nel momento più opportuno, realizzerebbero nella propria vita quell'autenticità di cui andiamo discorrendo.Giustamente Augusto ha sottolineato che così facciamo il gioco di che ha interesse a far credere che non c'è differenza tra chi paga il pizzo e chi si rifiuta, tra chi vive nella legalità e nella solidarietà e chi si vende l'anima per un po' di potere. Augusto ci ha entusiasmato meno quando ha aggiunto: "al limite concederei che anche il Kamikaze, se in buona fede, può vivere una sua dimensione di autenticità, ma solo se ha il coraggio di confrontarsi con gli altri, di venire alle nostre cenette con i suoi attrezzi di morte accettando di mettere in discussione le proprie opinioni e di argomentarle filosoficamente. Le nostre cenette sono aperte a tutti e sono accettate anche le posizioni più estreme ". Appuntamento, quindi a martedì 24 marzo: dire che sarà una cenetta vivace e scoppientante è dire poco....Pietro