sabato 10 novembre 2007

Neuroscienze e filosofia

Sul numero di novembre della rivista Mente & cervello si può leggere il resoconto di un interessante dialogo tra il fisiologo Vittorio Gallese (quello dei neuroni specchio) e la filosofa Roberta De Monticelli, i quali cercano di gettare un ponte tra i saperi andando al di là dei riduzionismi scientisti e dei pregiudizi teoretici verso le scienze. Gallese si pronuncia contro «la metafisica dello “scatolino”» e cioè la ricerca dei diversi gruppi di neuroni che da soli spiegherebbero ogni cosa, dal carattere alla storia di ciascuno, dalla timidezza al senso per gli affari, dal linguaggio all’amore…una metafisica che avrebbe «viziato molta parte delle neuroscienze del Novecento e pure un filone del programma dell’intelligenza artificiale» (p. 74). I due studiosi concordano anche sulla centralità del Corpo. «Il paradigma logocentrico e cartesiano del cognitivismo classico –afferma Gallese recuperando la terminologia di Jacques Derrida- si rifiuta di vedere l’importanza della presenza corporea, della dimensione pragmatica dell’esistenza, in cui il soggetto è costitutivamente intersoggettivo. Siamo ancora in pochi a dire queste cose» (p. 74). Lo scienziato conclude osservando che «tutti fanno filosofia, anche chi fa scienza. c’è chi lo fa in modo consapevole e chi no. Nel momento in cui iniziamo a parlare di intersoggettività, empatia, emozioni, libero arbitrio, bisogna mettersi d’accordo su che senso dare a questi termini. Su queste tematiche la fenomenologia può dire cose interessanti anche per un neuroscienziato. È imprescindibile un rapporto con la filosofia, perché queste domande devono essere formulate in modo corretto per presumere di avere risposte corrette» (p. 75).

(Su Cybersofia ho scritto una recensione un po' più ampia di questo numero di M&C)