giovedì 16 aprile 2009

Un'angoscia esagerata

Cari cenacolanti sempre in cerca del significato dell'esistenza
martedì scorso abbiamo commentato il libro di Sartre "l'esistenzialismo è un umanismo", tratto da una famosa conferenza del filosofo francese, che poi si è subito pentito di avere permesso la pubblicazione di un testo così "comprensibile" che ha consentito a tutti di rendersi conto della sua incapacità di articolare in maniera attendibile certe sue pur giuste intuizioni.
Ma perchè per fare buona figura i filosofi hanno bisogno di scrivere difficile e di esprimere tesi estreme? Che l'uomo abbia la responsabilità di lavorare alla sua autoedificazione a prescindere dall'esistenza o meno di Dio lo sappiamo pure noi, ma perchè esagerare come fa lui pretendendo che, in questo lavoro, l'uomo è completamente libero, che le resistenze non contano, che il risultato dipende solo da noi, che siamo responsabili anche delle nostre passioni e paure, etc?
Un mio amico diceva, invece, giustamente, che ognuno gioca a scopa con le carte che gli distribuisce il cartante. Ed in effetti uno non si può autoedificare le carte col pennarello. Se uno volesse fare scopa con una carta autocostruita gli altri giocatori protesterebbero.....
Insomma ha senso negare che l'uomo incontra ostacoli, come le malattie o il matrimonio, al libero dispiegamento delle proprie potenzialità? Ed a proposito di questa difficile dinamica esistenziale cambiamento-conservazione, attiva anche all'interno del rapporto di coppia, mi piace citare un grande filosofo esistenzialista anonimo che scriveva: una donna sposa un uomo sperando che cambi, e lui non cambierà. Un uomo sposa una donna sperando che non cambi e lei cambierà.
E tuttavia le tesi di Sartre ci hanno intrigato e coinvolto, Armando se ne è detto affascinato, Alberto e Maria pure ma con qualche riserva "scientifica": Maria ha fatto notare che non è vero che quando nasciamo siamo nulla, come pretende Sartre, perchè ci ritroviamo in una famiglia e tra persone che ci trasmettono, proprio quando siamo più plasmabili, nevrosi o positività, idee e pregiudizi. Sulla stessa linea Alberto, che pur essendo stato - come molti altri "sessantottini" - innamorato di Sarte, oggi deve sottolineare che c'è un aspetto deterministico nell'uomo, a cominciare dal suo patrimonio genetico e dalla propria storia individuale, che Sartre pretende di ignorare quando afferma che l'uomo piò inventarsi ex novo ogni giorno.
Ed a proposito dell'angoscia implicata da questa libertà - una libertà che Sartre pretenderebbe assoluta - Augusto ha sottolineato: "ragazzi, non scherziamo: non stiamo parlando di un'' angoscetta da quattro soldi, tipo un'inquietudine positiva perchè creativa, quì stiamo parlando dell'assurdismo cosmico: per Sartre niente ha senso, nel mondo non c'è un significato nascosto da trovare, una verità nascosta da disvelare, non c'è assolutamente nulla, il senso e la verità li dobbiamo costruire ed inventare di sana pianta noi, ognuno per se stesso e poi anche come proposta agli altri. Altro che inquietudine creativa, il nulla sartriano fa venire davvero non solo la nausea, ma anche l'agorafobia (paura degli spazi vuoti) ed altri disturbi psicosomatici come la diarrea e gli attacchi di panico, a parte che dove troviamo tutto questo tempo per autocostruire noi stessi di sana pianta con tutto quello che abbiamo da fare per sbarcare il lunario ogni giorno?
Sicchè l'Augusto ha proposto, come contrappunto all'angoscia Sartriana di cui ci siamo imbevuti, di leggere per la prossima volta un libro pubblicato da poco nel quale Platone e Nietzsche si confrontano sui temi dell'esistenza in forma leggera, ironica e per nulla nauseante.
Altri hanno suggerito il testo segnalato da Alberto Biuso: Lettera sull'umanismo di Heidegger, Adelphi, 1987, che però.è stato considerato dagli esperti troppo difficile per il livello intellettuale medio dei presenti (sicchè molti di noi lo stanno comprando per leggerlo di nascosto nella speranza di scoprire che sono più intelligenti della media).
Un altra fazione di cenacolanti anarchico-insurrezionalisti, insofferenti della leadership di Augusto, ha proposto "le Favole di Margherita" della Hack , ma Alberto Spatola ha vergognosamente negato di averlo letto ed apprezzato sicchè ha avuto buon gioco Augusto che ha ricordato che, per regolamento, non si possono adottare libri che nessuno dei presenti ha mai letto.
Ci siamo lasciati, dunque, con un interrogativo esistenziale irrisolto: Alberto Spatola è responsabile della sua viltà come sostiene Sartre oppure possiamo giustificare il suo rifiuto di darsi in pasto ai famelici cenacolanti che effettivamente, se non gradissero il libro da lui "garantito" ne divorerebbero la reputazione come hanno fatto con quella di Armando (il quale non viene più chiamato per nome ma additato come "quello della tristezza del pensiero") ?
Riporto sotto i dati del testo scelto per martedi 21 aprile ed auguro a tutti
Buona Pasqua
Pietro
Autore: Grecchi Luca
Editore: Di Girolamo
Genere: filosofia occidentale moderna
Argomento: platone, nietzsche, friedrich
Collana: Gratis et amore hominis
Pagine: 160
ISBN: 8887778264
ISBN-13: 9788887778267
Data pubblicazione: 2008
Giovanissimo talento innamorato della filosofia classica (Carmelo Vigna), "pensatore a suo modo classico" (Mario Vegetti), "rondine di una nuova auspicabile primavera filosofica" (Costanzo Preve), Luca Grecchi lascia qui sullo sfondo i suoi consueti studi sulla filosofia greca antica e sull'umanesimo metafisico, per impegnarsi in un'opera di fantasia, di contenuto indubbiamente filosofico, ma che possiamo definire letteraria. Questo libro propone infatti un immaginario incontro fra Platone e Nietzsche, reso possibile dal terzo personaggio sulla scena: il tempo. L'incontro - che ha come tema di fondo, appunto, la ricerca del senso della esistenza umana - si svolge in cinque giorni. Platone e Nietzsche parlano di temi biografici, dell'amore, di metafisica, di politica e della morte. Un testo, dunque, che - pur se iscritto nel genere divertissement - sollecita a riflettere in modo appassionato sui contenuti eterni della condizione umana.