lunedì 13 luglio 2009

L'ARTE DI VIVERE SENZA VERITA'


L’arte di vivere senza verità ( titolo rubato ad un articolo di Michel Foucault
apparso su Repubblica)


“conosciamo il falso del mondo,
non quello che è vero.
Eppure a quel pensiamo
sapendo che non sapremo”
(Fernando Pessoa)

Franz Kafka diceva che “la verità non è divisibile, perciò non può conoscere se stessa; chi vuole riconoscerla deve essere menzogna”.
La verità! La realtà oggettiva!.... anche gli scienziati, dopo le acquisizioni della Fisica quantistica, ci pensano molto meno.
Ma ciò significa che noi non la dobbiamo continuare a cercare? Certo che la cercheremo sempre e sempre di più, solo che forse dobbiamo cambiare strumenti: rinunciare a servirci della sola ragione e farci accompagnare da altri strumenti disponibili che spesso invece utilizziamo come mezzi alternativi di indagine intellettuale e apparentemente finalizzati a soddisfare altri bisogni. Strumenti che, a mio parere, hanno la loro dignità pari a quella della ragione stessa, anzi………la ragione, il cui primato per quasi quattro secoli è stato indiscusso, deve accettare il fatto di essere strutturata per non superare certi confini (e se li allarga i confini se ne vedrà presentare altri e poi altri ancora……). Sconfinare è compito dell’intuizione, della sfera emotiva, dei sentimenti, del mondo del possibile e dell’auspicabile. Inoltrarsi nell’Oltre, con la Musica, la Poesia, l’Arte, la Religione (ma anche con la Scienza, quando è momento creativo per formulare ipotesi) è atto intuitivo libero e personale che pretende in ultima analisi un atto di fiducia nelle nostre capacità non controllate dalla sola ragione ma anche e soprattutto……..dalla nostra coscienza ? dalla nostra anima ? dal nostro spirito ?
Sconfinare: che parola abusata e mal giudicata!
Sconfinare per me è volare libero col pensiero, come l’aquila che mai vola a stormi, ma anche come la gru che non vola mai da sola perché, volando a stormi, realizza l’esigenza di condividere la meta e il percorso relativo. La condivisione: altra esigenza a cui l’uomo non può rinunciare ed ecco il bisogno di amicizia, di amore, di solidarietà, di empatia, di appartenenza.
Continuando a citare Kafka, la difficoltà dell’uomo è “comprendere quale fortuna sia che il terreno su cui poggia non possa essere più grande dei due piedi che lo coprono”. Infatti io credo che il poter volare nell’Oltre, avendone solo sentimento e immaginazione, permette all’uomo di diversificarsi dall’ “essere angelo” per essere individuo, persona che può decidere fra il male ed il bene, persona che può credersi e forse sapersi libero. Condizione, la libertà, che gli consente di essere in grado di assumersi responsabilità, qualità questa che insieme alla libertà ci avvicina al divino più di mille altre!
D’altra parte, se si crede solo alla ragione, il rischio è lo scetticismo e il nichilismo, comunque l’inquietudine della coscienza; se ci si affida invece alla sfera non razionale della nostra coscienza ecco che si possono aprire delle prospettive altre e la parola “affidarsi” potrebbe assumere un significato nobile e mai confortevole però perché la propria coscienza non può consentire che la fiducia sia irresponsabile, non è come un corso d’acqua su cui ci si può lasciare andare ma è come le rapide dai molti percorsi tumultuosi che si devono scegliere e affrontare, badando a non essere travolti.
La verità forse esiste ma comunque è una meta nel terreno dello sconfinamento nell’Oltre e che forse ci può portare a credere di poter sopravvivere anche all’Universo.
Tutto ciò sento che mi conduce alla ricerca dell’Armonia del Mondo o, se volete, di Dio.
Ecco, leggendo il bel testo di Rosario, dove le parole verità, confine, sconfinamento, Oltre etc…… abbondano, sono stato sollecitato a queste considerazioni perché mi è difficile essere disponibile a vivere senza vie d’uscita.
“…..ma i viventi compiono
tutti l’errore di tracciar troppo netti confini.”

(Rainer Maria Rilke)

ARMANDO