giovedì 5 giugno 2008

Basta con Mancuso!

Cari cenacolanti
colpiti dall'implorazione di Francesco Vitale sul Blog, abbiamo deciso di chiudere con il libro Mancuso, che pure è stato molto stimolante. Per martedì' prossimo dovremo avere letto tutto il libro in modo da finire di commentarlo; poi ci sarà la pausa estiva e riprenderemo a fine settembre o ai primi di ottobre con un nuovo testo (preparatevi una proposta per martedì)
Anche martedì scorso il dibattito è stato vivace, con la psicologa Maria che ha accusato Mancuso di concorrenza sleale perchè usa linguaggi e concetti brevettati dagli psicologi invece di occuparsi solo di cose astratte ed inutili come, secondo lei, dovrebbe fare ogni buon teologo. In particolare a Maria ha dato fastidio che Mancuso ci abbia azzeccato in pieno quando, a proposito del peccato originale, ha parlato di un vago senso di colpa che ci deriva dal fatto stesso di esserci e di occupare uno spazio a scapito degli altri: effettivamente, ha sottolineato Maria, viviamo a spese degli altri, ma queste verità i teologi non devono dirle per non essere scambiati per persone concrete e razionali.
Molto educata e controllata la risposta di Augusto che ha rivendicato il diritto dei teologi di "ragionare" e di occuparsi dellla realtà.
Dopo alcune interessanti riflessioni sul significato che ha per Mancuso il peccato originale (collegato al processo di individualizzazione e, quindi, alla perdità dell'unità originaria ed alla separazione dal tutto accogliente da cui proveniamo) Io ed Armando abbiamo, come al solito, inutilmente cercato di difendere Mancuso dai soliti prevenuti attaccchi di Alberto che deve avere una questione personale con l'autore ed il suo principio ordinatore; "Mancuso non mi incanta - ha spiegato - con questo cerchiobottistico approccio laico e religioso insieme; dietro questa sua pretesa di scientificità ci sono sempre Dio e la salvezza, che possono essere oggetto di fede e non di indagine scientifica."
Anna Gulì ha, poi, cercato di giustiificare le difficoltà che incontra il principio ordinatore nel suo percorso con la fisiologica presenza delle forze di opposizione che alla fine, anche se posssono sembrare struruse per partito preso, svolgono in realtà un ruolo evolutivo fondamentale.
Infine Francesco ha introdotto un interessante concetto relativistico del Principio Ordinatore, che non farà piacere al Papa "non c'è, ha spiegato, un Principio Ordinatore assoluto ed uguale per tutti ma tanti e variegati principi ordinatori, influenzabili dalle mode del momento e sensibili ai diversi contesti spazio-temporali in cui si trovano ad operare. Per esempio - ha continuato - quando io vedo la mia gattina che cresce così splendidamente io riconosco in lei un piccolo principio ordinatore al lavoro, ma spero che anche lei riconosca il mio, molto più importante ed evoluto del suo."
Sarebbbe da approfondire questa versione pluralistica ma anche gerarchica del pricnipio ordinatore ma ci sono nuovi argomenti che premono (tipo paradiso e inferno, ad esempio) e sarà difficle riuscire a trattarli tutti martedìì prossimo, quando si concluderà l'anno scolastico e potremo andare in vacanza.
Pietro Spalla