venerdì 19 ottobre 2007

Augusto, il filosofo "cajiero"

Care e cari tutti,
qui è già giovedì 18 ma non ho ancora ricevuto il resoconto di Pietro relativo alla cenetta filosofica dell'altro ieri sera: immaginate la mia ansia, sapendo che vi sareste scatenati - come contro tutti gli altri autori ben più illustri di me ! - in assenza dell'interessato...
Comunque vorrei dirvi che vi penso con simpatia e che la nostra esperienza 'palermitana', per quanto modesta, è stata accolta da queste parti (le università di Bogotà e di Medellin, in Colombia, ma anche i pub di San Salvador) con una grande attenzione.
Ho ascoltato interventi di filosofi di varie parti del mondo che insistono, con toni e da angolazioni differenti, sulla necessità di portare la filosofia fuori dalle stanze ovattate delle accademie e farla diventare fermento ispiratore della prassi: una prassi che, per ragioni storiche e sociali, non viene considerata prevalentemente (come da noi) dal punto di vista personale ed esistenziale, ma collettivo e politico. Qui infatti le ingiustizie sociali sono ancora più marcate ed evidenti che per le nostre vie. Nel Salvador, poi, le cicatrici della guerra civile fra militanti comunisti e regime fascista sono ancora sanguinanti (il trattato di pace è del 1993 ma ancora oggi gli squadroni della morte uccidono sindacalisti, artisti, politici che combattono per una società più equa).
Avrei mille cose da raccontarvi e mille emozioni da comunicarvi, ma ho bisogno di tempo per metabolizzarle.
Non mancheranno certo le occasioni per farlo.
Intanto, per non tradire lo spirito dei resoconti di Pietro, vi segnalo almeno due piccole curiosità.
La prima è che un filosofo franco-portoghese, Daniel Linz, ha insistito sul modo in cui bisogna leggere i testi con esempi e metafore che sarebbero piaciute a diversi di voi: il lettore deve fare surfing sui testi di filosofia, dunque sfruttarne l'onda ma per andare avanti. Deve prendere a man bassa le idee che gli servono, senza preoccuparsi di essere un ladro: è, se mai, un "inculatore" dell'autore e non è detto che all'autore...dispiaccia.
La seconda è che, con Tania, la mia bravissima traduttrice qui in Salvador, abbiamo trovato una formula per sintetizzare che cosa fa uno come me che cerca di filosofare (e di sollecitare i non-filosofi a fare altrettanto) tra cenette e vacanze, fra centri sociali e team di operatori sanitari: fa il filosofo "cajiero", il filosofo "di strada" (qua ci sono già artisti di strada e predicatori di strada...).
Spero tanto di potervi riabbracciare martedì 30 ottobre (se non faccio male i conti...).
Augusto