mercoledì 24 dicembre 2008

Un Blog un pò disabitato

Ormai il Blog è desueto , pochi lo visitano ancor più pochi lasciano traccia con uno scritto. Eppure questo Blog ha conosciuto periodi di dialoghi frizzanti e ricchi di pathos !!! A tutti gli amici filosofi e non Auguri di Buon Natale. Alberto Spatola

giovedì 18 dicembre 2008

Il Processo e la Scelta

L'imputato Armando ha accettato con socratica dignità il processo a cui è stato sottoposto per l'ingiusta accusa di averci afflitto con la "tristezza del pensiero" di Steiner, libro da lui entusiasticamente ed incautamente sponsorizzato.
L'accusa è stata affidata a Maria D'Asaro che ha sottolineato la pretenziosità del libro che dice in modo elegante delle cose risapute e, in alcuni casi, contiene affermazioni false e pericolose come quella che il pensiero "non fa accadere nulla se non se stesso". "Ma cosa sono, allora - ha chiesto indignata Maria - Auschwitz ad Armando se non il prodotto ben concreto di un pensiero per nulla sterile ma capace di diffondersi ed incarnarsi? Maria ha concluso proponendo per Armando una pena corporale a caso che abbia il risultato di inibirne definitivamente le facoltà riproduttive.
Augusto ha, poi, rincarato la dose accusando Armando di avere spacciato il ibro per un testo filosofico mentre il metodo di Steiner, che declama senza argomentare, è oracolare e predicatorio, per nulla filosofico. Augusto ha, quindi, proposto di condannare Armando a leggere il suo ultimo libro: "In verità ci disse altro" ed. Falzea.
Assumendo la difesa di Armando io ho subito eccepito alla spietata richiesta punitiva di Augusto, dicendo che, per l'art. 27 della nostra Costituzione, le pene non possono essere contrarie al senso di umanità e che sarebbe stata, se mai, più adeguata la pena corporale adombrata da Maria. Ho, quindi, lamentato il clima di caccia al mostro che aleggia nel processo e ci impedisce di considerare le attenuanti del caso, tantopiù che alcuni passi del libro sono folgoranti, come quando Steiner scrive che "la Cacciata dall'EDEN è una caduta nel pensiero": bellissima intuizione, qualunque cosa significhi!
Atterrito dalle punizioni prospettate, Armando mi ha immediatamente revocato il mandato ed ha spudoratamente ritrattato: "non è vero che il libro di Steiner è stata una tappa fondamentale della mia evoluzione, come ha sostenuto Pietro pensando di giovare alla mia difesa. Io ho subito capito che il libro è una boiata pazzesca e l'ho proposto solo per vedere se ve ne accorgevate anche voi. Complimenti, ve ne siete accorti subito.... "
I cenacolanti hanno, allora, deciso di assolvere Armando con formula molto ma molto dubitativa.....
Giunto il momento di scegliere il nuovo testo per le nostre cenette, un inquietante silenzio è sceso tra di noi e nessuno ha osato farsi avanti per proporre un testo, lamentando chi un'improvvisa indisposizione chi motivi familiari. Finalmente un cenacolante-delatore, indicando Marcella Aletti, ha alleviato la tensione degli altri dicendo: "ricordo che Marcella aveva proposto di commentare l'utopia di Tommaso Moro..." Marcella, presa in castagna, ha tentato di svicolare: "non è vero, o meglio, diciamo che ho cambiato idea perchè noi di "Addio Pizzo" abbiamo appena scoperto che Tommaso Moro ha pagato il pizzo all'editore per ottenere la pubblicazione della sua Utopia. Al massimo - ha concesso - potrei proporre di leggere il titolo, ma solo come pretesto perchè ognuno possa parlare delle proprie speranze ed utopie sul mondo: la mia utopia, ad esempio, è un mondo senza pizzi e libri di testo" e indicando i resti della cenetta apppena consumata ha aggiunto: " sì, un mondo con la pizza invece del pizzo: perchè nelle nostre cenette filosofiche non ci concentriamo sulla pizza e su ciò che di filosofico possono evocare in noi le sue diverse declinazioni (quattrogusti, rustica, margherita.....)"?
Adriana ha subito approvato: "la cosa più importante è non vincolarci ad un testo: noi, nelle cenette simil-filosofiche di casa mia del mercoledì, siamo rimasti incartati da quattro anni con "il mondo di Sofia" e dopo tutto questo tempo nemmeno ci ricordiamo più chi l'ha proposto; non sappiamo, insomma, con chi prendercela e come uscirne, nè osiamo cambiare testo per paura che ce ne capiti uno ancora più devastante. Il nostro motto di filosofia pratica è, infatti: megghiu u tintu cunusciutu ca u bonu a canusciri".
Dopo che è stata respinta la proposta di scegliere il testo con la tecnica dei bussolotti perchè Armando non ha accettato di farsi bendare per l'estrazione (nonostante l'assoluzione non mi fidavo, mi ha poi confidato, di restare bendato e al buio in mezzo a Voi ...) e quando sembrava che stessimo ormai accettando la riduttiva proposta di "filosofia pratica" di Alberto Spatola di continuare a riunirci solo per parlare del più e del meno, è giunta la coraggiosa proposta di Augusto: "se filosofia pratica dev'essere che lo sia sino in fondo! Sono uno dei coautori del libro: "Filosofia praticata. Su consulenza filosofica e dintorni" edito dalla Di Girolamo di Trapani. Non ho paura di proporlo per le nostre cenette dato che, dopo questo ed altri miei libri del genere, sono stato quasi radiato dalla comunità dei filosofi per avere degradato la filosofia dalle vette delle altisssime speculazioni sull'Essere e sulla Morale a cui era arrivata con Heidegger e Kant ad una filosofia da marciapiede, in cui il primo che passa pretende di fare filosofia a partire dall'ultima delusione del Palermo in campionato o dai propri problemi familiari e di prostata; ormai - ha concluso Augusto - non ho più nulla da perdere, nemmeno la faccia, figuriamoci se mi posso preoccupare per le Vostre possibili critiche al libro..".
Abbiamo, quindi, adottato il testo di Augusto, che inizieremo a commentare martedì 13 gennaio 2009 con l'introduzione e con il secondo capitolo (saltando il primo) che contiene un contributo di Neri Pollastri intitolato: filosofia, nient'altro che filosofia.
Buon Natale e buon anno nuovo a tutti
Pietro Spalla

martedì 16 dicembre 2008


Vi aspetto nel mio studio domani per concludere il commento del libro di Steiner sulla "tristezza del pensiero." Vi ricordo, però, che questa volta sarà presente l'autore (pardon, il fautore), ossia Armando Caccamo, per il quale il libro ha rapppresentato una tappa assolutamente importante della sua evoluzione intellettuale.
Prego pertanto tutti coloro che hanno bassamente approfittato, la volta scorsa, dell'assenza di Armando per demolire il libro di essere questa volta più diplomatici. Spero, in particolare, che Micciancio (per delicatezza non ne faccio il nome) non riproponga la sua sconcertante e assurda tesi secondo la quale quello che fa davvero tristezza è il pensiero che questo libro sia stato pubblicato e ristampato).
Ciao Pietro