venerdì 2 gennaio 2009

Una trattativa difficile

Ci troviamo nell’anno 2010, ma non nel nostro futuro normale, bensì nell’ormai noto piano di realtà parallelo dove i Nazisti hanno vinto la II guerra mondiale.
Adolf Hitler, è morto di cancro nel 1984; il potere assoluto è stato formalmente assunto da Heinrich Himler, ma subito ceduto, per le pari precarie condizioni di salute di quest’ultimo, a Joseph Göring, 54 anni, figlio secondogenito del temibile Herman. Joseph ha saputo abilmente fare carriera nel Reich, come si richiede ad un ottimo ariano rampante.
Orbene, gli inetressi contingenti del nuovo Furer sono richiamati dalle preoccupanti segnalazioni di una imminente catastrofe. In quel mondo, dove i nazisti avevano vinto, non c’erano state le conseguenze disastrose dell’inquinamento atmosferico, essendo il potere saldamente detenuto dai dittatori del regime mondiale, e non dalle multinazionali americane, che non erano state neppure fondate. Il moderno capitalismo del profitto era stato stroncato su progredire, e lo sviuppo della società si manteneva entro canoni classicheggianti, costantemente monitorati. Eppure la temperatura globale aveva ugualmente cominciato ad innalzarsi già dai primi anni ’80. Era evidente che qualcosa di inaspettato stava avvenendo, certamente legato alle ciclicità astronomiche. Già dalla fine degli anni ’90 si era compreso che i mutamenti climatici facevano parte da un ciclo molto lungo, giunto ormai alla conclusione. Le condizioni normali si sarebbero invertite in tempi rapidissimi, ed esistevano già fior di rapporti dei servizi segreti in tal senso.

Ma, in quell’uggioso ottobre del 2010 Joseph Göring si trova a prendere una decisione difficile, che si fondava sulle motivazioni nascoste per le quali Hitler aveva avuto la possibilità di battere gli avversari e avere per primo l’esclusiva della bomba H.
Mentre si reca nell’Area 51, Joseph è pensieroso. Sa che lo attende una trattativa difficile. Gli Alieni di Nibiru sono decisi a dare una ulteriore ripulita al mondo, e per far questo hanno già dato le istruzioni per far sì che solo una piccolissima dell’umanità sopravviva alla catastrofe.
Gli tornano in mente, come ogni volta che si trova a dover fronteggiare i potenti alleati cosmici, i miti Sumeri sul diluvio, e le precisissime previsioni dei calendari Maya, gli altrettanto precisi calcoli cosmici degli antichi Egizi, con il loro enigmatici bassorilievi dove erano stati chiaramente rappresentati... A confronto, le falsificazioni che i potentati sionisti volevano affermare, si sono poi rivelate ridicole, e quindi estirpate come meritavano. La potenza Vaticana è stata detronizzata e conquistata; come conseguenza, i segreti dei musei sotterranei sono stati portati alla luce e le verità nascoste dalla Chiesa sono state rivelate a tutti. Si sa bene, adesso, che il Dio del deserto altri non è che un potente essere semidivino, incarnato ed imperante nel sistema solare, ma in grado di viaggiare nel Tempo e ella Galassia. Egli continua a pretendere di essere l’unico “Dio” riconosciuto ed adorato.
Quando era giovane Joseph non poteva di certo immaginarlo. Aveva davvero creduto che il mondo sarebbe stato laico ed ariano. In realtà, l’eliminazione definitiva degli ebrei ha solo cambiato determinati equilibri evolutivi, e il Dio adesso agisce con pieni poteri, pretendendo dall’Umanità costi altissimi. E’ un demonio? No, è una entità divinizzata che sa fare il suo mestiere, e gestisce poteri elevatissimi senza scrupoli.
Göring rivede nella sua mente, ad una ad una, le magiche reliquie più potenti della terra, quelle che sono state ritrovate grazie all’opera incessante di Hitler: la lancia di Longino, la Sindone, L’Arca dell’alleanza, la coppa del Graal. Sa che la svastica adesso domina su tutto il mondo, e che i forzieri Ariani ritrovati negli altopiani dell’Iran sono stati aperti e svelati dai nazisti, in cerca dei poteri occulti. Ma sa anche che tutti questi magici segreti, e le potenze ad essi collegate, sono stati obbligatoriamente ceduti agli Anunnaki, i potenti alieni di Nibiru, in cambio della tecnologia bellica necessaria alla vittoria. Adesso il mondo è sprotetto, questo Göring l’ha capito.
Quando giunge all’Area 51, in pieno deserto americano, è ormai sera. Rivede i temuti ed incredibili bagliori, sulla cima della collina artificiale. Come al solito, le astronavi di Nibiru lo hanno preceduto. Joseph scende dall’auto, e viene accompagnato sulla scalinata principale. La scorta armata è possente, tutti lo salutano militarmente in modo impeccabile. Le armi brandite fanno paura anche a lui, anche se sa di potersi fidare. Gli viene posto sulle spalle il consueto paramento rituale, un elegantissimo mantello di rarissima tigre bianca delle nevi. La corte ed i soldati lo accompagnano fino agli immensi saloni dell’incontro, nel cuore del tempio circolare che è stato realizzato nel palazzo reale della Nuova Eanna, un immensa costruzione adornata con complessi stili di fusione tra quelli zoroastriani, egizi e sumeri. L’evoluzione dei tempi, che consente facili atterraggi alle astronavi Nibiriane, ha permesso di edificare nel deserto ai piedi delle Rocky Mountains un formidabile tronco di piramide di pietra e cristallo, largo 800 metri ed alto 500. I quasi 700 milioni di blocchi megalitici che sono occorsi per edificarlo, sono stati posati nel giro di pochissimo tempo, meno di 2 mesi, grazie alle incredibili tecnologie aliene, che adoperano l’antigravità. Molti dei materiali sono di provenienza extraterrestre, spesso minerali siderali cavati dai meteoriti più grandi che si trovano nella fascia degli asteroidi, relitti di un pianeta fatto esplodere da Nibiriani, proprio perché ribelle.
Questa volta però non si presenterà il Dio in persona, e non si accenderanno i consueti fuochi azzurri che ardono da soli. Egli, il cui vero nome rimane segreto ed impronunciabile (Egli-è-colui-che-è), sarà rappresentato da uno dei membri dell’Alto Consiglio dei Vortici.
Appena entrato del salone riservato, ecco che Göring si vede comparire davanti all'ambasciatore, mentre questi lo stava aspettando seduto nell’immenso divano rosso in pelli animali, costruito per lui su misura. Ogni volta è un tuffo al cuore. Non è simpatico vedere un individuo alto 5 metri e largo 2, come non sono rassicuranti le sue fauci, un po’ rettiliane, un po’ cetacee. Le squame riflettenti non si vedono bene, perché questa volta l’ambasciatore è quasi totalmente ricoperto anche lui da un paramento rituale. Si intravedono appena gli artigli lunghi e pesanti dei suoi pterapodi, coperti da gioelli incredibilmente grandi e brillanti. Anche l’ambasciatore, il cui nome di grado è Zantecptu, è circondato da una fitta schiera di sue guardie del corpo e di splendide cortigiane, sia terrestri che non. Sembrano volerlo sedurre, ma egli le allontana come scacciasse degli insetti fastidiosi. All’arrivo di Göring le cortigiane si allontanano in fretta, senza fiatare.
Viene attivato il sistema di traduzione simultanea, che permette lo scambio tra frequenze udibili e ultracorte. I sibili, altrimenti incomprensibili, che Zantecptu emette molto velocemente per comunicare. Le luci degli ambienti cominciano a variare all’unisono, generando effetti fantastici di radiazioni in parte sconosciute, non rivelate alle tecnologie umane.
Joseph credeva di andare all’incontro per poter trattare una condizione che fosse un minimo vantaggiosa, od almeno onorevole. Invece, senza esitazione, Zantecptu chiede la verifica dell’immediata attivazione dell’esperimento della nuova Arca, che i nazisti hanno dovuto realizzare in fretta e furia. Alcune imbarcazioni di grande mole dovranno resistere, in un apposito grande laboratorio di prova, ad onde alte 150 metri, senza essere travolte, dilaniate ed affondate. Su di esse, alcune specie selezionate del pianeta troveranno posto, all’interno di piccoli bunker metallici, opportunamente sigillati. E’ preferibile questa soluzione a quella dei sommergibili, poiché gli oceani verranno spazzati fino al fondo da immani correnti, e quasi tutte le dorsali vulcaniche sottomarine del pianeta si riattiveranno in brevissimo tempo, contemporaneamente, facendo salire le temperature delle acque in modo insostenibile. Proprio così: tutto questo accadrà già prima del nuovo passaggio di Nibiru attraverso il sistema solare. Ogni 4300 anni, quello che in realtà non è un pianeta esterno, ma una enorme cometa grande in volume 5 volte la Luna, sfreccerà a velocità folle sulla sua orbita eccentrica. Giungerà a breve distanza dal sole, provocando fortissimi disequilibri di masse ed energie, e tirandosi appresso una spaventosa coda di meteoriti di grandissime dimensioni. Questi scompensi saranno in grado di generare sulla terra giganteschi tsunami, piogge meteoriche in grado di trapassare l’atmosfera, inondazioni estesissime ....... terremoti eccezionali, l’insorgenza o la riattivazione di supervulcani, la contaminazione dell’atmosfera da parte di polveri e gas cosmici, sufficientemente tossici ed oscuranti. Dopo lo sterminio, seguirà una piccola glaciazione, della durata media di un migliaio di anni.
I pochissimi sopravvissuti riusciranno poi a ripopolare il pianeta, dopo essere stati per secoli rintanati in caverne di alta montagna, gli unici luoghi relativamente sicuri.
Molte specie, sopravvissute allo sconvolgimento, saranno predate dalla competizione della catena alimentare, e quindi distrutte, estinte. I in questo modo il Pianeta si sarà ripulito dalle perversità umane e delle altre specie parassite, come affermano gli Anunnaki. Ma Göring non è venuto al cospetto di Zantecptu per sentirsi prospettare questa situazione, che era già stata da alcuni anni preannunciata al vertice nazista. Egli è venuto per assistere al crudele esperimento della resistenza delle imbarcazioni. Crudele perché il Dio di Nibiru, a sorpresa, pretende che a bordo di alcune di queste imbarcazioni salgano moglie e figli di Göring medesimo; sarà lui stesso a premere il pulsante ed avviare l’esperimento. E’ un atto di sottomissione totale, la riprova pratica non solo di una fedeltà più volte giurata, ma anche di una verifica conoscitiva sull’abilità di condurre gli esperimenti tecnologici cui i Nibiriani tengono moltissimo. Chi sbaglia paga, e subito, proprio come affermano le Nuove Tavole della Legge che sono state date “dall’alto dei cieli”. Alcune razze umane sono già state sterminate per questo, nel passato recente come nell’antichità. Più che una figura biblica al cospetto di un dio che appare dalle nuvole, Joseph si sente come un nuovo Muzio Scevola che pone la mano sul fuoco. Göring stesso attiverà tra pochi istanti le procedure tecnologiche del lancio delle navicelle acquatiche. Un grande panello di controllo, sospeso dall’alto, viene gli fatto calare davanti e Joseph guarda negli occhi, forse per l’ultima volta, i propri cari mentre vengono sospinti a bordo, cogliendone in ciascuno una smorfia di sofferenza a malapena nascosta. La stessa che egli avverte dentro di sé, senza poter fare nulla per salvarli. Solo l’esattezza dei calcoli dei suoi più fidati ingegneri e dei tecnici scelti possono salvare questi malcapitati prigionieri. L’unico pensiero che lo consola è che i suoi familiari moriranno adesso, oppure all’arrivo di Nibiru, previsto per l’estate del 2012, nel caso in cui le tecnologie non funzioneranno. Questo perché il Dio misterioso ha fatto sapere che punirà tutti coloro che peccheranno di presunzione, sterminandoli come meritano. I sopravvissuti al disastro avranno le memorie cancellate, e saranno posti in un Nuovo Eden-Giardino: questo avverrà a 1200 anni di distanza da quell’evento. Quando la Terra sarà stata decontaminata dai Nibiriani, si darà corso a nuovi esperimenti genetici sulla creazione di razze meritevoli di questo nome, e le razze elette saranno in quel momento ricreate. Razze alleate, al progetto nibiriano di conquista di gran parte dei sistemi solari che si trovano nel loro territorio galattico. Gli Imperi contrapposti a Nibiru sono a conoscenza della situazione, ma nulla possono in questo momento. Il loro intervento è escluso, essendo considerata una missione troppo pericolosa per il vantaggio che ne porterebbe. Si sa infatti che la razza umana è effettivamente deviata, anche se ad opera de Nibiriani e dei loro alleati.
L’esperimento viene avviato, e le gigantesche onde cominciano a propagarsi nell’immenso hangar appositamente costruito e siggillato. Travolgono ogni modello del finto paesaggio; le navicelle scompaiono sotto la schiuma e ogni tanto riemergono, per poi essere sommerse l’istante dopo.

Joseph è scosso da un fremito di terrore, come tutti gli altri che assistono al collaudo.
Nel frattempo, a migliaia di chilometri di distanza, vi sono modeste popolazioni che sono già a conoscenza di quanto sta per accadere. Stanno prendendo le loro precauzioni, cercando dei posti difendibili e delle risorse da utilizzare per la sopravvivenza. Ma questo Göring non lo sa, per lui è imprevedibile.

Centro Africa, settembre 2140° anno orientativo.
Siamo sempre nel medesimo piano parallelo che aveva visto i nazisti vincere il II conflitto mondiale.
Qualcuno è sopravvissuto dal Giappone, emigrando dalle isole prima che fosse troppo tardi. Da lì e da altr rari luoghi del pianeta, sparuti gruppi si sono rifugiati sui versanti del Kilimanjaro, ad altezze non inferiori ai 2000 m.
Il clima si è ristabilito in gran parte, anche se permangono ancora numerose evidenze della glaciazione in corso, che ha portato le dune e le aride savane a ridiventare foreste e verdi praterie. Il cielo è quasi sempre giallo, e piove insistentemente. Anche i fiumi hanno un colore ocra, che spicca serpeggiando tra verdi distese di piante mai viste prima. La nuova umanità conta appena 5000, forse 7000 individui, quasi tutti di razza gialla, qualcuno dalla pelle scura. I bianchi sono morti. Tutti.
I nuovi studiosi adesso si formano in modeste scuole dove si insegna un minimo di conoscenza, di storia, di scienze, di matematica. Però si tramandano i miti di quello che fu il diluvio universale. Un diluvio che travolse il Re del Mondo, il quale fu incapace di realizzare l’Arca che lo avrebbe salvato dalle furie del Dio dei Vortici. Si racconta anche che un altro Dio, in forma di un grande uccello dalle piume dorate, apparve in sogno ad un Uomo Umile, avvertendolo di quanto sarebbe, di lì a poco, accaduto. E quest’uomo, di nome Ziusudra il Modesto, costruì una piccola imbarcazione in legno di cedro, sulle pendici del Monte più alto dell’Africa, e lì si pose ad aspettare l’immane cataclisma, in compagnia di un piccolo popolo che aveva radunato intorno a sé, avendo creduto che la profezia fosse vera.



Da lì è rinato il genere umano, che adesso studia il proprio passato, cercando di comprendere le tracce delle distruzione. I viaggiatori-cercatori non troveranno mai nulla, giacché tutto è stato distrutto prima dalle immense onde, poi dai ghiacci, ed infine sepolto sotto spessi strati di detriti vulcanici e meteoritici. Ed essi potranno solo immaginare ciò che fu, ma mai toccarlo con mano, perché se solo ne trovassero le briciole, queste sarebbero irriconoscibili. Le tracce di un umanità fragile, troppo labili per essere ricordate.
Un giorno non lontano i cercatori verranno in contatto, anzi in conflitto, con altri sparuti gruppi umani, che dopo molti secoli saranno nel frattempo discesi dalle pendici delle Montagne Rocciose, ritrovando le misteriose e maestose rovine dell’Area 51. Sia gli uni che gli altri si interrogheranno sul significato delle enigmatiche tracce, ma nessuno avrà risposta certa, credendo di essere stati i primi uomini nati in questo mondo. Per molti altri secoli ancora i Nibiriani taceranno, e si rifaranno vivi quando sarà il momento giusto, non volendo così contaminare i loro preziosi esperimenti sulla creazione dei popoli e delle razze.
I discendenti dei poveri sopravvissuti racconteranno che i loro avi furono due fratelli, uno nomade, l’altro stanziale, che un giorno si affrontarono a colpi d’ascia lungo le rive del fiume, o presso il limitare di un campo coltivato.
Non si sa ancora quale sarà, questa volta, l’offerta gradita al Dio misterioso, se il sangue dell’agnello o i frutti dei campi. Ma la vittoria deciderà quale sarà il sogno che avrà la possibilità essere realizzato su questa Terra, se quello dettato dal dio distruttore o quello ispirato dall’uccello dalle piume dorate. E l’Uomo avrà ancora una volta incisi, sulla propria pelle e nelle sue pupille, le caratteristiche cicatrici della schiavitù incosciente. Se invece riuscirà a reagire, allora porterà con sé nuovi segni di rinascita, tracce profondamente nascoste della evoluzione verso una nuova forma di un pensiero che si potrebbe chiamare Amore.
Ma non si potrà, in quel momento, sapere ancora se quella parola avrà trovato un posto nelle nuove lingue che saranno create in sostituzione del tedesco, ormai da tanto tempo cancellato.