mercoledì 3 ottobre 2007

Le due beffe

La discussione molto interessante di ieri sera su scienza e filosofia mi ha fatto ricordare della beffa di Sokal di qualche anno fa. Alan Sokal è un fisico americano (di idee marxiste) che , preoccupato del decaduto rigore accademico di certe scienze umane (in specie quelle di orientamento post-strutturalista e postmodernista) ha deciso di giocare un brutto tiro alla rivista di punta in questo filone, Social Text, inviandogli per la pubblicazione un articolo dal pretenzioso titolo Violare i confini: verso un'ermeneutica trasformativa della gravità quantistica zeppo di assurdità, svarioni e tesi campate in aria, quali: il mondo fisico è una costruzione sociolinguistica, la scienza postmoderna ha abolito il concetto di realtà obiettiva, le teorie di Lacan sono state confermate dalla teoria quantistica dei campi, la teoria delle eguaglianze matematiche è analoga al concetto femminista di eguaglianza, la scienza segue strettamente un'agenda politica. Il tutto condito da paroloni come flusso, non-linearità, interconnessività etc. Naturalmente l'articolo è stato pubblicato con tutti gli onori, dando la stura, quando la beffa è stata rivelata, a interminabili polemiche tra scienze hard e scienze soft.

Qualche anno dopo i Bogdanov hanno reso la pariglia ai fisici. I fratelli (gemelli) Grichka e Igor Bogdanov dopo aver ottenuto (non si sa come) il Phd (Philosophy Doctor- il titolo per l'ammissione alla carriera accademica nel mondo anglosassone e oltre rende omaggio all'antica dottrina) in matematica e fisica teorica, hanno pubblicato un totale di sei lavori su importanti giornali di fisica e matematica come Annals of Physics e Classical and Quantum Gravity, in cui si rivendicava nientemeno che la spiegazione degli eventi che hanno preceduto il big bang (di solito il tormentone è dedicato ai momenti che seguono questo pseudo-evento). In realtà questi paper sono scritti in un denso gergo pseudoscientifico ma non hanno alcun contenuto reale: sono sintatticamente coerenti ma insensati, tanto che un critico del giorno dopo ha notato che non si sa dove finisce un errore e dove comincia il successivo. Il bello è che questi articoli hanno superato brillantemente il rigoroso filtro dei referee, i luminari incaricati di asaminare gli articoli e dare il via alla prestigiosa pubblicazione. I due non hanno mai ammesso lo scherzo.




3 commenti:

Donatella Ragusa ha detto...

Fatemi conoscere questi tre, per favore...sono geni..
Come vestono? che musica ascoltano? dove vivono?

Francesco Vitale ha detto...

Questi accadimenti dimostrano anche che le pubblicazioni sulle riviste scientifiche di pregio sono assolutamente pilotate.

Se si possiede un santo in paradiso si può pubblicare qualsiasi cosa.

Chi ha in mano il controllo delle riviste può tenere ferma una pubblicazione, passare le informazioni a qualcun'altro, e farle pubblicare altrove prima del malcapitato. Succede davvero.

Nel campo scientifico la maggior parte delle affermazioni non può essere strettamente dimostrata. Ecco allora che una pubblicazione scientifica espone una tesi (più o meno sostenuta), non una verità.

La scienza è una filosofia che fa uso di formule chimiche, matematiche, di classificazioni descrittive. MA tutte queste cose non sono reali, poichè partono da assiomi, postulati, precedenti teorie che hanno origine dal pensiero umano e dal punto di vista dell'osservatore (=interpretazione). Rispetto alla filosofia ha dei etodi un tantino più codificati (calcoli). Spesso i calcoli sono assolutamente validi per un ambito ed errati per un altro. Vi sono ambiti (come la meccanica quantistica) ove la scienza ha dovuto fare i conti con il campo dell'incertezza e dell'indeterminazione, e ha dovuto sostituire la precisione e la ripetitività del calcolo newtoniano con il calcolo probabilistico.

La scienza esatta non esiste.
E' il nostro cervello che si illude di squadrare rigidamente una realtà che è plasmabile.

Così, lo scherzo ordito dei tre eroi citati dimostra in realtà anche una intrinseca incosistenza di ciò che chiamiamo scienza, comprese le nefandezze umane.

Non mi pare invece che l'episodio citato significhi che vi siano persone poco serie che usano male uno strumento corretto, e siano eccessivamente fantasiose e poco scientifiche.

Forse dovreste guardare 2 film interessanti, se per caso non l'avete già fatto:
Uno è "what the ...bleep... we know?" un film USA mai diffuso pubblicamente in Italia, e l'altro è un film scientifico americano, divulgativo sulla Teoria delle stringhe che si chiama "l'universo elegante".

Li si vede che la fisica attualmente più avanzata ha messo un piede e mezzo nel campo della filosofia, e l'altro mezzo nella fantascienza.

Donatella Ragusa ha detto...

Teoria delle stringhe??!
Gulp..qualcuno mi spieghi..per favore..
Scherzi a parte, continuo a pensare che la frase di J. Wisdom, riportata da Augusto nel suo libro,in cui dice dello sguardo del sapiente "come colui che ha visto molto e non ha dimenticato nulla, e come uno che vede ogni cosa per la prima volta" sia molto bella.
A me sembra che tutte le teorie che ci creiamo siano solo a difesa della paura di scoprire..
Hei!! Ma così, con il blog, potrebbe finire che, oltre le cenette, ci facciamo anche i panini, gli spuntini, i cicchetti ed i duplo filosofici..che bello!