giovedì 24 aprile 2008

Il Principio Ordinatore di Mancuso e il Male


A proposito di ciò che ripetutamente dice e scrive Alberto Spatola, io credo che la compatibilità del Principio Ordinatore di Mancuso, orientato inevitabilmente al Bene, e l’esistenza del Male che legittima poi il libero arbitrio dell’uomo, possa esserci se si pensa a Dio come al “Soffio vitale” che non vuole entrare nella “Storia” dell’Universo (e quindi dell’Uomo), ma direttamente nell’anima ( intesa alla Mancuso) dell’Uomo ( e anche della Natura?) e quindi infondergli l’intenzione al Bene ( badate solo l’intenzione!) lasciandogli poi la facoltà di scelta. Mi piacerebbe dibattere su questo punto.
Armando

4 commenti:

Francesco Vitale ha detto...

Per me il concetto di bene e male, almeno così espressi, sono troppo condizionati dalla morale che noi occidentali odierni abbiamo acquisito.
Posso credere che esistano una o più divinità, che possa esistere il concetto stesso di divinità. Ma legare il bene e il male al dio, e quindi direttamente o indirettamente al destino dell'anima, presuppone una ricerca più ampia di quella che il cattolicesimo (instillato nelle nostre vene da quando siamo nati) vorrebbe far credere. Basta spostarsi verso est di alcune migliaia di miglia che cominciamo a vedere come inferno e paradiso vengano sostituiti dal concetto di karma, o simili. Se ci spostiamo in Africa o in Australia o in Cina o in Amazzonia sarà ancora diverso.
Quindi ogni ragionamento, quando costruito su queste basi, può esser fatto quadrare. Ma non è la verità, è una interpretazione relativa (e condizionata).
E' difficile far quadrare quanto si osserva con il dio non buono, ma buonistico, che la chiesa cattolica ha costriuito in modo artefatto, censurando ed interpretando, e spesso anche facendo sparire, molte scritture considerate sacre.
Allora? Perchè dovrenmmo preoccuparci se siamo buoni o cattivi guardando al di sopra di noi? Basta guardarsi intorno considerando il mondo come esso è. Se poi non ci piace, e non ci piacciono certi comportamenti, lavoreremo per modificarli, oppure ci sguazzeremo dentro. Ma bene e male, bianco e nero, alto e basso, destra e sinistra devonop esistere, altrimenti tutto sarebbe immobile, come una noia mortale.
Poi attenzione: gli dei dell'uomo entrano tutti nella storia. Nelle loro sacre scritture, dio o gli dei, si interessano dei fatti umani ed intervengono ripetutamente per modificarli, secondo il proprio giudizio e carattere, diverso nei vari casi.
Hanno precisi popoli di riferimento e precise aree geografiche, e precisi tempi di durata, prima dei quali, ed oltrepassati i quali, non esistono, o vengono abbandonati. Bene? Male?
Se vi è un dio al di sopra di altri dei, creatore di ogni cosa, che non entra nella storia, allora vuol dire che ci è sconosciuto e non è personificabile nè personalizzabile da alcuno. E se ci ha conferito lui il libero arbitrio, vuol dire che la vita è totalmente nostra, e non c'è un bene assoluto ed un male assoluto. Li scrivo in minuscolo per questo.

armando caccamo ha detto...

Certo il Dio che ho in mente io è sì il Dio cristiano dell'amore (agape) ma è anche il Dio creatore che per esistere ha bisogno di relazionarsi col suo creato ed è una relazione libera di sguazzare nel male e/o sublimarsi nel bene. Soprattutto è un Dio che non è nella storia, non è nei luoghi, non appartiene a nessuna cultura umana e quindi è inconoscibile....si può soltanto intuire e sentire come necessario ma comunque è sempre presente in un eterno anch'esso inconoscibile (ma intuibile anch'esso) a noi che siamo affogati nel contingente.
Armando

alberto.spatola ha detto...

Sono d'accordo con Armando e la sua idea del Dio inconoscibile . Tant'è che la teologia ortodossa (Agostino, Tommaso et al, ) da sempre dice che di Dio si può dire ciò che non è , non cio che è. Non comprendo invece Mancuso quando scrive : "Tale visione(la sua)del mondo ci dice che veniamo al mondo come ogni altro essere vivente, generati dall'azione della natura, condotti all'essere dall'impersonale sapienza divina all'opera nel cosmo. Si tratta di un processo che la gran parte delle volte produce ordine ( siamo sicuri ? E l'aumento dell'entropia ? ); ma che talora , a causa del fatto che è impersonale e sempre in divenire, produce anche disordine . " Questo Mancuso lo scrive per spiegare la nascita di persone handicappate e continua: " Talora , vengono al mondo essere umani il cui ordine fisiologico è intaccato fin dall'origine, fino a livello genetico ..." Ora ammettere la presenza di una sapienza impersonale che fa errori del genere è una contraddizione in termini. O la sapienza è sapienza , anche se impersonale , o diciamo che non c'è sapienza , ma il caso. In sostanza non può essere che Dio ( intelligentissimo, perfettissimo etc. ) permetta una "sapienza" che faccia nascere esseri malformati e destinati alla sofferenza . La spiegazione è un'altra : o Dio non c'è e tutto è affidato al caso ( e in tal non si può recriminare contro nessuno ma solo contro il fato ), oppure Dio c'è ed in qualche modo l'uomo, ahimè, si è reso responsabile di tutto ciò ( questa è la tesi cristiana della caduta e del peccato originale) . Ho già spiegato in una nota precedente (vedi commento a nota di Pietro Spalla del 17 aprile )quale è la mia personale posizione al riguardo. Vorrei anche aggiungere che il problema del male non può spiegarsi con la semplice ammissione del libero arbitrio , e la contemporanea presenza della Sapienza Impersonale di Mancuso. Quasi come se la Sapienza mancusiana volesse fare il bene e l'uomo scegliesse il male. Ciò non può essere perchè
nel divenire di eventi tragici , quale la nascita di soggetti handicappati , non c'è nessuna scelta da libero arbitrio operata dall'uomo. ( escludendo le eventualità tipo Seveso ). Certi fatti tragici avvengono al di là di ogni possibile scelta umana. Se nasce una sindrome di Down non posso imputare alcuna colpa a nessuno (sempre escludendo eventuali possibili eventi inquinanti e determinanti che per la s. di down non sono conosciuti). L'unica teoria (discutibile ) che rimane in piedi , (della serie cerchiamo sempre il colpevole ), è quella cristiana del peccato originale. Ecco perchè a leggere Mancuso si diventa miscredenti , perchè ammettere ua Sapienza Impersonale che fa pasticci del genere è dura . Ergo Mancuso , che ha tutta la mia stima per la nobiltà dei temi trattati e l'ampio respiro della sua trattazione , si contraddice in termini ed ammette una sapienza impersonale di fatto fallace , che , in ultima analisi, poi deriva in qualche modo sempre dal suo Dio. Mi piace argomentare su questi temi che trovo estremamente interessanti ed accolgo pertanto l'invito mancusiano ad essere confutato. Magari ci fossero più spesso queste dispute teologiche e filosofiche , che ci permettono di filosofeggiare allegramente !!!!
Poi vorrei invitare Francesco Vitale a chiarire il suo pensiero che non ho ben capito. Grazie

Francesco Vitale ha detto...

Prima che io chiarisca il mio punto di vista, vorrei che Armando chiarisse il suo.
Non riesco ad immaginare come fa un dio che ha necessità di relazionarsi col suo creato a non entrare nella storia. Anche se vi entra indirettamente, lo fa attraverso l'operato degli uomini, il che è comunque un entrare: a volte abbiamo visto anche prepotentemente. Però vorremmo "salvare dio" dagli errori umani, dalle disgrazie e dalle mutazioni genetiche che collochiamo nella categoria del malaugurato caso o delle scelte sbagliate dell'uomo. Così dio se la cava sempre.
Per me questo è un chiaro processo logico di antropomorfizzazione culturale. Culturale perchè si vuol cercare una soluzione intermedia, per spiegare le evidenze e farle quadrare con una precisa idea di dio infinitamente buono, culturalmente legata alla tradizione religiosa del paese in cui siamo nati. Questa idea fondante per noi è omnicomprensiva, proprio perchè, anche se conosciamo in parte le altre tradizioni, ci sembrano molto distanti ed estranee.
Mi chiedo: abbiamo altre ragioni per pensare che dio sia infinitamente buono, se non il fatto che lo abbiamo creato ad immagine e somiglianza di un nostro desiderio profondo? Ma il mio desdierio profondo, si scontra forse con quello di qualcun'altro? Cosa succede in questo caso?
Devo constatare che il mio bene è un male per qualcun altro o per qualche altra specie. Non andrebbero dimenticati i polli che alleviamo in serie, per imbandire le nostre tavole domenicali e non. Sopravvivenza? E se qualche altra specie per sopravvivere cominciasse ad annientarci, sarebbe un bene o un male? Chi ha più ragione di qualcun altro?
Non adrebbero nemmeno dimenticati gli stermini di massa, perpetrati nei confronti di altri popoli che avevano altri dei: e non furono solo nazisti...
... E dio aprì il mare, facendo passare gli ebrei, e poi lo richiuse, sterminando gli egiziani i suoi nemici...
La sconfitta bellicosa del male assolutizzato soddisfa il nostro smarrimento e i nostri timori nei confronti dell'estraneo.
Ricordate da dove viene l'icona del demonio, personificazione del male assoluto, con corna, zoccoli, barbetta, forcone, ecc.?