mercoledì 6 febbraio 2008

ECHI


L'ombra si è addormentata sul prato,
le sorgenti cantano.
Di fronte all'ampio crepuscolo invernale
il mio cuore sognava.
Chi potrebbe comprendere le sorgenti,
il segreto dell'acqua
appena nata, questo campo nascosto
ad ogni sguardo
dello spirito, dolce melodia
più pura delle anime?
Lottando sotto il peso dell'ombra,
una sorgente cantava.
Mi avvicinai per ascoltare il suo canto,
ma il mio cuore non capiva nulla....
...Ma io sento nell'acqua
qualcosa che mi scuote..., come un'aria
che agita i rami della mia anima....
Il silenzio rotondo della notte
sul pentagramma dell'infinito.
Me ne vado nudo per la strada
carico di versi
perduti.
Il nero crivellato
dal canto del grillo,
ha questo fuoco fatuo,
morto,
del suono.
Questa luce musicale
che lo spirito
intuisce.
Scheletri di farfalle a mille
dormono nel mio recinto.
C'è una giovinezza di brezze pazze
sopra il fiume.
G.Lorca, 1919,1920.
L'anima,
sempre e per sempre: più a lungo di quanto la terra
sarà solida e bruna, di quanto il mare avrà flussi
e riflussi.
Scriverò le poesie della materia, credo che siano le più
spirituali,
Scriverò le poesie del mio corpo e della mia mortalità,
Così darò a me stesso le poesie della mia anima e
della mia immortalità. ...
W.Withman, 1882.

4 commenti:

armando caccamo ha detto...

stupende poesie!!! Mi tentano questi riferimenti poetici per comunicare tra noi, vorrei tanto esprimermi per versi: i pensieri sono meno mediati dalla parola ma forse,così facendo, mi allontanerei dallo spirito del blog. Donatella, che ne pensi? e voi che ci leggete diteci qualcosa! comunque la colpa, se c'è colpa, è solo di Leopardi!

Donatella Ragusa ha detto...

Caro Armando,ho solo cercato di dire che non è solo Leopardi ad avvertire il senso dell'infinito, del dolore, dell'estasi con buone dosi di quello che ostinatamente chiamo realismo.
Poi noi due siamo logorroici..ma finchè non è vietato o di disturbo, why not?
In fondo, penso che più ci si confronta, più si ha la possibilità di cogliere sempre più nuove comprensioni, magari prima celate alla coscienza.
Donatella.

pietro spalla ha detto...

Mi piace la seconda poesia col suo splendodo paradosso: le poesie sulla materia sono le più spirituali.
Se gli uomini sono capaci di poetare sulla loro precarietà e mortalità, non è questa la prova che possiedono un'anima immortale?
Pietro

alberto.spatola ha detto...

Sono d'accordo con Pietro. Se si poetizza sulla precarietà, in qualche modo si è immortali. Giungono a noi dopo secoli gli echi di voci immortali , come, anche, quella del grande Giacomo, e tanti altri. Tante "voci" che testimoniano la presenza di un quid immortale che gli antichi chiamavano "anima" ,o psiche. Ergo la poesia supera il tempo e la morte. E non solo la poesia ma anche tutte le attività creative dell'uomo superano il tempo. Più che una convinzione però , la mia, è una speranza che sia proprio così.