mercoledì 12 dicembre 2007

La Libertà e la pancia vuota

Ieri sera la interessante discussione su Isaia Berlin ha finito per riguardare alla grande il tema della libertà. Inevitabilmente qualcuno , anzi più di uno , ha parlato dei sistemi politici e della libertà, in particolare della libertà che forse c'è , forse non c'è, in Occidente . Certamente il modello occidentale di libertà fa discutere. Secondo Pietro è addirittura preferibile una chiara dittatura ad un sistema politico democratico per modo di dire, che orienti in modo nascosto e subdolo le coscienze. Almeno nel caso della dittatura, sembra dire Pietro , è chiaro che non c'è libertà e si può reagire.
Tale parere ( se si è ben capito ) non ha trovato molti d'accordo , anche se , devo dire dopo una riflessione postuma , che è pur vero che nei paesi occidentali la libertà è spesso fittizia. In particolare a me sembra che la libertà sia come una parola vuota. Sopratutto è sganciata dal tema dei diritti e delle opportunità. Negli Stati Uniti (paese che si pregia di essere liberissimo) , ad esempio , non c'è ,come è noto, assistenza sanitaria paritaria per tutti. Si paga a caro prezzo la salute , e non tutti se lo possono permettere. Però si è "liberi " e "liberi" di farsi seguire da chi si vuole e come si vuole. Ma senza risorse ciò non è possibile . Quindi si è liberi di star male , dico io , se si è non ambienti.
Così pure per il lavoro. Nel meridione d'Italia si è liberi , ma senza lavoro liberi di fare che? Una libertà senza diritto al lavoro è fragilissima, e può essere facilmente piegata dal primo offerente con una buona offerta mercenaria . Si pensi al voto di scambio . Chi ha la pancia vuota non se ne fa nulla della libertà di voto ( o meglio deve possedere una forta spinta ideale per non rinunciarvi) e può preferire ( come è successo e succede ) di accettare una qualunque forma di regalia ( nel passato democratico cristiano del nostro paese bastava un po di pasta ) pur di riempire la pancia in cambio della libertà. E' tristissimo , ma il voto clientelare, diffusissimo dalle parti nostre , si basa sulle pancie vuote e sul concetto fittizio di libertà. Quindi ieri sera avremmo dovuto parlare della libertà insieme al concetto basilare di "pancia vuota" , cosa che non si è fatto.
Per concludere può dirsi filosoficamente che chi ha la pancia piena non capisce in genere chi ha la pancia vuota: il primo è disposto a lottare (specie dopo pranzo) eroicamente in difesa della libertà e critica i cedimenti etici di chi è senza pane , il secondo (prima e dopo i pasti mancanti) trova ogni sorta di giustificazione morale per risolvere i problemi di elementare sopravvivenza anche in deroga ad i principi etici. Concludendo si può dire che il tema della libertà , trattato da solo, senza connessione con il tema della felicità o delle pari opportunità e dei diritti umani , è purtroppo un tema "vuoto ",una fantasticheria che è roba da filosofi con tutto il rispetto per i filosofi. Probabilmente per realizzare una vera libertà "politica", per tutti i cittadini ricchi e e poveri della polis ,libertà reale e vissuta, bisogna offrire occasioni di lavoro per tutti , sganciate (si badi bene ) da qualunque forma di gratitudine politica o obbligazione non dovuta e perniciosa , e basate esclusivamente sul diritto al lavoro e sulla capacità di lavoro .

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie ad Alberto per le puntualizzazioni e per aver espresso il suo parere sul concetto di libertà. Mi serve a precisare meglio il mio pensiero male espresso ieri su libertà e appartenenza: quando dico che appartenenza e libertà sono due concetti non compatibili è perché i due concetti non si possono mettere in relazione. Infatti, a mio parere, la libertà come concetto preso a sé non può avere relazioni, fa parte di quei valori assoluti e irrinunciabili ma che sono valori da perseguire e mai da raggiungere (come la giustizia, l’uguaglianza etc…). Lo splendido esempio del fiume e i suoi argini fatto da Augusto mi sembra che confermi questa tesi . La scelta, indispensabile per la vita dell’uomo, è sì atto di libertà ma nel contempo rinuncia (sempre consapevole?). L’appartenere per scelta è parziale rinuncia alla libertà e si nobilita solo se libera dai bisogni se no è scelta per necessità. L’importante è essere consapevoli e conservare la capacità di essere critici per poter continuare a scegliere non solo in maniera consequenziale ma anche radicale di fronte agli accadimenti che la vita ci riserva.
Armando

alberto.spatola ha detto...

Sono d'accordo con Armando sulla libertà di scelta. Purtroppo spesso i condizionamenti della vita inficiano tale libertà, e solo una grande statura morale, spesso non comune, riesce a preservare tale libertà.