Bene, cari amici. Una volta conosciuto tutto (o quasi) di famiglia, amori, delusioni, malattie, euforie, depressioni, mamme e contesti politici, non è opportuno e necessario passare ai contenuti? E quindi ragionare sui concetti, gustare i versi, farsi afferrare dalla musica, immergersi nelle forme di un dipinto?
Invece di rimanere sempre nell’anticamera biografica, perché non entrare negli splendidi palazzi della creazione, del sapere e della bellezza?
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3 commenti:
Su questo non posso essere che d'accordo. Ad es. Voler capire Verga , senza dare un'occhiata alla Sicilia di fine 800 mi sembra temerario. Ma unire la comprensione del testo a quella del contesto , non può che essere proficuo. Studiare le opere e sbirciare la vita dell'Autore, acuisce la comprensione dello stesso.
...Ottima idea, mi pare prioritario andare ai contenuti, che sono gli unici a travalicare il tempo.
Tutto il resto è superfluo. Spesso il valutare le varie vicende di vita e i contesti storici è azzardato. Parliamo di tempi ormai molto lontani, e il solo immaginarli (umanamente parlando) è per noi quasi impossibile. Figuriamoci il giudicarli o valutarli.
Come può l'uomo figlio o parente della Tv, di internet e del traffico inquinante, figurarsi nei panni di un bizzarro "filo-poeta" che vive nel paterno ostello, che ammira le sconfinate campagne "finchè non more il giorno", e sente "il maggio odoroso", e si incanta "all' opre femminili" di Silvia? Si rischia facilmente di entrare nelle telenovelas: con tutto il rispetto per chi la pensa diversamente, o per chi fa questo per suo (strano) lavoro.
Resta solo il maggio odoroso, e la tenerella che perì in quello. Qui non è storia, ma solo umanità, impagabilmente proiettata nell'oltre. Non ha importanza se vera o inventata, nè se Silvia era Nerina, o la figlia del cocchiere o di chissà chi altro.
Interessante anche cercare di intuire come ha fatto Leo a concepire gli insetti e i ragni del prato che si divorano per la sopravvivenza, anticipando filosoficamente il sistema di idee tipico della più moderna ecologia. Un uomo che sa incantarsi e disincantarsi continuamente al cospetto dell'eterna lotta tra vita e morte: è davvero singolare, certamente non monolitico.
come non essere d'accordo.....ok....ci siamo intesi, è stato tutto un equivoco....strana cosa è la comunicazione! e si potrebbe riprendere l'argomento "fatti e interpretazioni"....sopratutto dopo quello che ha affermato Gianni ieri( a meno di aver capito male): che solo i fatti (nel loro obiettivo esserci)possono essere alla portata della nostra conoscenza e che un mondo fatto di interpretazioni è una "moda" di certa filosofia contemporanea.
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