Questo blog è interessante e permette il confluire di visioni anche molto diverse di fatti, idee , e persone. Forse dovrebbe essere un po più centrato sul tema delle "cenette filosofiche ", ma certamente è un buon agorà per discutere e dialogare. Su Leopardi, per esempio , si sono espressi, in modo molto diverso, alcuni amici cenacolanti. Non riesco a vedere il Poeta dell'Infinito come un viziato. Semmai lo vedo come un infelice , che ha fatto della propria infelicità la radice della propria ispirazione poetica , e la trama sottile della propria visione filosofica , espressa nelle operette. Ma L. resta indiscutibilmente grande, in quanto la grandezza delle sue opere non è data dalla grandezza della sua personale infelicità, ma dalla capacità artistica con cui ha espresso tale infelicità. Quello dell'infelicità è un tema che può essere condiviso facilmente da qualunque essere umano , almeno in alcuni momenti della vita, e ciò rende Leopardi universale e particolarmente caro a chi condivide tale angolatura esistenziale. In particolare Leopardi è il poeta dell'età adolescenziale , età in cui più spesso ci si confronta con alcuni motivi di sofferenza esistenziale ( solitudine , dismorfofobie , delusioni , ricerca dei perchè dell'esistenza, etc etc. ). E' facile immaginare ( l'ho detto anche durante la cenetta ) che un diverso atteggiamento di Silvia (per esempio) , più compiacente e disponibile, meno "fuggitiva " rispetto al poeta , avrebbe regalato a Giacomo alcuni momenti di estasi corporea , ed avrebbe, forse , privato tutti noi di una poesia molto bella. Il nocciolo dell'ispirazione poetica e filosofica del Recanatese ha a che fare, è inutile negarlo , con le sue note vicende biografiche e familiari, e questo giudizio non vuole essere affatto riduttivo rispetto alla qualità eccezionale della sua produzione, che resta valida e mirabile al di là della stessa biografia. Grande dunque Leopardi , ma infelice. Forse diventato Poeta e Filosofo per una donna che era si ridente , ma troppo fuggitiva
sabato 12 gennaio 2008
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1 commento:
Sono d'accordo con Alberto. Io penso che noi dopotutto siamo il prodotto di tutte le relazioni che abbiamo avuto (prima di tutto la relazione con noi stessi) e quindi delle percezioni che noi abbiamo dei comportamenti altrui che a loro volta sono condizionati dalle percezioni che noi stimoliamo negli altri. Leopardi in un altro contesto di vita chi sarebbe stato?? ......ma sto dicendo cose ovvie .......scusate.....
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