Ieri sera la interessante discussione su Isaia Berlin ha finito per riguardare alla grande il tema della libertà. Inevitabilmente qualcuno , anzi più di uno , ha parlato dei sistemi politici e della libertà, in particolare della libertà che forse c'è , forse non c'è, in Occidente . Certamente il modello occidentale di libertà fa discutere. Secondo Pietro è addirittura preferibile una chiara dittatura ad un sistema politico democratico per modo di dire, che orienti in modo nascosto e subdolo le coscienze. Almeno nel caso della dittatura, sembra dire Pietro , è chiaro che non c'è libertà e si può reagire.
Tale parere ( se si è ben capito ) non ha trovato molti d'accordo , anche se , devo dire dopo una riflessione postuma , che è pur vero che nei paesi occidentali la libertà è spesso fittizia. In particolare a me sembra che la libertà sia come una parola vuota. Sopratutto è sganciata dal tema dei diritti e delle opportunità. Negli Stati Uniti (paese che si pregia di essere liberissimo) , ad esempio , non c'è ,come è noto, assistenza sanitaria paritaria per tutti. Si paga a caro prezzo la salute , e non tutti se lo possono permettere. Però si è "liberi " e "liberi" di farsi seguire da chi si vuole e come si vuole. Ma senza risorse ciò non è possibile . Quindi si è liberi di star male , dico io , se si è non ambienti.
Così pure per il lavoro. Nel meridione d'Italia si è liberi , ma senza lavoro liberi di fare che? Una libertà senza diritto al lavoro è fragilissima, e può essere facilmente piegata dal primo offerente con una buona offerta mercenaria . Si pensi al voto di scambio . Chi ha la pancia vuota non se ne fa nulla della libertà di voto ( o meglio deve possedere una forta spinta ideale per non rinunciarvi) e può preferire ( come è successo e succede ) di accettare una qualunque forma di regalia ( nel passato democratico cristiano del nostro paese bastava un po di pasta ) pur di riempire la pancia in cambio della libertà. E' tristissimo , ma il voto clientelare, diffusissimo dalle parti nostre , si basa sulle pancie vuote e sul concetto fittizio di libertà. Quindi ieri sera avremmo dovuto parlare della libertà insieme al concetto basilare di "pancia vuota" , cosa che non si è fatto.
Per concludere può dirsi filosoficamente che chi ha la pancia piena non capisce in genere chi ha la pancia vuota: il primo è disposto a lottare (specie dopo pranzo) eroicamente in difesa della libertà e critica i cedimenti etici di chi è senza pane , il secondo (prima e dopo i pasti mancanti) trova ogni sorta di giustificazione morale per risolvere i problemi di elementare sopravvivenza anche in deroga ad i principi etici. Concludendo si può dire che il tema della libertà , trattato da solo, senza connessione con il tema della felicità o delle pari opportunità e dei diritti umani , è purtroppo un tema "vuoto ",una fantasticheria che è roba da filosofi con tutto il rispetto per i filosofi. Probabilmente per realizzare una vera libertà "politica", per tutti i cittadini ricchi e e poveri della polis ,libertà reale e vissuta, bisogna offrire occasioni di lavoro per tutti , sganciate (si badi bene ) da qualunque forma di gratitudine politica o obbligazione non dovuta e perniciosa , e basate esclusivamente sul diritto al lavoro e sulla capacità di lavoro .
mercoledì 12 dicembre 2007
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2 commenti:
Grazie ad Alberto per le puntualizzazioni e per aver espresso il suo parere sul concetto di libertà. Mi serve a precisare meglio il mio pensiero male espresso ieri su libertà e appartenenza: quando dico che appartenenza e libertà sono due concetti non compatibili è perché i due concetti non si possono mettere in relazione. Infatti, a mio parere, la libertà come concetto preso a sé non può avere relazioni, fa parte di quei valori assoluti e irrinunciabili ma che sono valori da perseguire e mai da raggiungere (come la giustizia, l’uguaglianza etc…). Lo splendido esempio del fiume e i suoi argini fatto da Augusto mi sembra che confermi questa tesi . La scelta, indispensabile per la vita dell’uomo, è sì atto di libertà ma nel contempo rinuncia (sempre consapevole?). L’appartenere per scelta è parziale rinuncia alla libertà e si nobilita solo se libera dai bisogni se no è scelta per necessità. L’importante è essere consapevoli e conservare la capacità di essere critici per poter continuare a scegliere non solo in maniera consequenziale ma anche radicale di fronte agli accadimenti che la vita ci riserva.
Armando
Sono d'accordo con Armando sulla libertà di scelta. Purtroppo spesso i condizionamenti della vita inficiano tale libertà, e solo una grande statura morale, spesso non comune, riesce a preservare tale libertà.
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